Open Daily 9:30–6:00, Monday Until 8:00

Biografia

Cristanziano Serricchio, ultimo di tredici figli, nasce il 20 giugno 1922 a Monte S. Angelo (Fg), in via Giuseppe Verdi.

Il  padre, Michele, è un fabbro dalle doti artistiche; la madre, Angela Palomba, casalinga, appartiene a una famiglia di stimati educatori che influiscono sulla formazione del giovane Cristanziano, a partire dalla zia materna, insegnante d’asilo, e dallo studioso Giovanni Tancredi, cugino della mamma, etnologo-esperto di folclore garganico.

Alunno esemplare per intelligenza e creatività, a soli tredici anni (1935) comincia a ”scarabocchiare”[1] versi, a fare le prime esperienze di scrittura poetica, pubblicate su giornali e riviste regionali, mostrando una precoce vocazione letteraria e un’anima votata alla poesia.

Trascorre l’infanzia e l’adolescenza circondato dall’affetto della nonna materna e della zia “Peppenedde”, spostandosi tra Monte S. Angelo, dove frequenta le scuole medie e S. Marco in Lamis, sua seconda amata dimora.

– Consegue l’abilitazione magistrale e la maturità classica a Foggia e, giovanissimo, intraprende la carriera scolastica: dal 1940 al 1942, non ancora laureato, insegna nella scuola elementare, conservando nel cuore il calore  delle favole che la zia materna gli aveva consegnato nella sua serena infanzia.

-Nel 1943 viene chiamato alle armi e inviato ad Ascoli Piceno per il corso di AUC e successivamente trasferito, col battaglione d’istruzione, in zona di operazione a Grottaglie per la difesa dell’aeroporto.

– Dal 1944 al 1946 insegna  Storia e Filosofia nel Liceo di S. Marco in Lamis, catturando  l’interesse e l’affetto dei ragazzi  con le sue competenze didattico – pedagogiche e l’entusiasmo di chi vuole “cercare insieme con gli studenti il senso più vero della vita.”[2]

A Borgo Celano conosce Delia Donnamaria, figlia dell’avv. Angelo, di Manfredonia.

– Nel 1946, subito dopo l’orrore della guerra, a ventiquattro anni si laurea  in Lettere all’Università di Roma, con una Tesi di Laurea intitolata “Storia del Risorgimento sui moti carbonari in Daunia”, relatore  prof. Alberto Maria Ghisalberti, già Direttore del Dizionario  Biografico  degli Italiani.

In quella città conosce Mario Luzi e Giorgio Caproni; stringe  amicizie con poeti e scrittori, tra cui  Guglielmo Petroni, Marino Piazzolla, Alfredo Petrucci e il poeta Girolamo Comi, che lo invita a collaborare alla Rivista da lui stesso fondata, “L’Albero”[3], su cui, nel 1950, apparirà la prima raccolta poetica del Nostro, dal titolo Nubilo et sereno.

– Appena laureato, il giovane Serricchio  insegna a Manfredonia, sua terza città di elezione, nel Liceo Ginnasio “S. Cuore” e, contemporaneamente, nella Scuola Serafica dei Frati Minori del Convento francescano  di “S. Maria”, per poi passare al Liceo Scientifico della città.

– Il 25 agosto del 1948, nella Cattedrale di Manfredonia, sposa Delia Donnamaria, dalla quale avrà tre figli.

– Dal 1949 al 1952 insegna Italiano e Storia nell’Istituto Tecnico “Pietro Giannone” di Foggia e nel 1953 diviene titolare della cattedra di Italiano e Storia nell’Istituto Magistrale di Foggia.

– Nel 1950 pubblica la prima silloge Nubilo et sereno per la Società Daunia di Cultura, con prefazione di Alfredo Petrucci.

– Nel 1954 assume l’incarico provvisorio  di Preside dell’Istituto Magistrale Statale di Manfredonia, che gli verrà rinnovato fino al 1965.

Da convinto europeista, dopo due anni, nel 1956, fonda l’Associazione Europea degli insegnanti.

Nel corso degli anni cinquanta comincia il suo intenso e meraviglioso viaggio nella scrittura poetica e letteraria, suscitando l’attenzione del mondo intellettuale a livello regionale e nazionale.

– Nel 1956 pubblica la raccolta poetica  L’ora del tempo per la   Rivista letteraria, L’Albero di Lucugnano, fondata nel 1949 da Girolamo Comi..

-Nel 1957 esce Fiori sulle pietre, per l’editore Leone di Foggia.

-Nel 1961 viene pubblicata la raccolta L’occhio di Noè dall’editore Rebellato di Padova, per cui Serricchio si afferma come poeta di grande impegno etico e umano, con una visione del mondo capace di coniugare luci e  ombre di una modernità gravata da cupe minacce; di far dialogare le ansie del presente con  il portato di una storia antica che affonda le sue radici nel grembo mitico della sua terra.

– Nel 1965 vince il concorso dirigenziale, assumendo il ruolo definitivo di Preside dell’Istituto Magistrale di Manfredonia, da lui intitolato ad “Angelo Giuseppe Roncalli” che si affaccia su “Piazza Europa”, così denominata su proposta del giovane Preside. E quella scuola diventerà un polo attrattivo per il territorio garganico, luogo di inclusione culturale e sociale.

Nel nuovo Istituto ”Roncalli”, il preside Serricchio  svolge una intensa e proficua  attività di organizzazione  didattico – educativa, dotando la scuola di una importante Biblioteca (circa dodicimila volumi), di laboratori specialistici e palestra.

In quanto personalità poliedrica e sensibile alle istanze della modernità,  apre la  vita della comunità scolastica a intense e molteplici attività culturali – formative, promuovendo la partecipazione degli alunni ad attività varie, quali mostre di pittura, concorsi, laboratori teatrali, incontri con esperti, giochi della gioventù e gare sportive, eventi legati al folclore locale, come il Carnevale daunio…

Istituisce, inoltre, la Giornata Europea della Scuola, catalizzatrice di incontri  e convegni aperti alla cittadinanza, con interventi di noti studiosi, scrittori e docenti universitari italiani e stranieri.

Per l’ampiezza delle sue vedute, gli alunni del “Roncalli” lo guardano  come un padre accogliente, un Maestro dal sorriso benevolo e spesso ironico, attento ai loro bisogni, ma anche intransigente sulla serietà dell’impegno  che la formazione e l’educazione esigono. E lui, a sua volta, partecipa alla loro crescita, guardando i “teneri adolescenti,/sopra il grande abisso errare/ senza più tempo, riemersi/ dal silenzio a questa nuova aurora/ di cieli ornati di speranza./[4]

– Presto è chiamato, dal Centro Didattico Nazionale per i Licei, a organizzare l’aggiornamento di presidi e docenti; dirige corsi di abilitazione per docenti rivelando, nelle sue prolusioni e lezioni, doti di  grande affabulatore.

-Parallelamente agli impegni scolastici, C.Serricchio, dal 1962 al 1968,  ricopre l’incarico  di Assessore alla Pubblica istruzione e Cultura del Comune di Manfredonia, lasciando segni tangibili della sua attività politico-amministrativa e culturale.

Nella nuova veste, in quanto esperto bibliografo, appassionato ricercatore in materie archivistiche e documentarie, promuove la riorganizzazione della importante Biblioteca comunale della città; il restauro di monumenti e chiese, di alcune opere pittoriche di antica memoria, di una ventina di incunaboli e storiche cinquecentine.

Rivitalizza studi e ricerche storiche sull’antica Daunia.

Fonda alcune importanti Associazioni culturali, tra cui La Società di Cultura “M. Bellucci”, nonché la sezione territoriale di Storia Patria per la Puglia, di cui sarà a lungo presidente.

Sono anni di grande lustro per la  città di Manfredonia, durante i quali C. Serricchio organizza molteplici eventi culturali e ben sette Convegni  su “Siponto e Manfredonia nella Daunia”, con la partecipazione  di insigni esperti di storia e archeologia, pubblicandone gli Atti.

– Nel 1964, il Ministero  della Pubblica Istruzione lo nomina Ispettore Onorario  per i Beni ambientali e storico – archeologici del territorio sipontino.

In questa fase, per la città di Manfredonia comincia un cammino di importante valorizzazione culturale, grazie agli studi scientificamente condotti dal Nostro su Siponto Antica, alla sua collaborazione con la Soprintendenza di Bari, per la delimitazione del Centro Storico, e al felice sodalizio con l’archeologo senese Silvio Ferri, scopritore dell’inestimabile patrimonio storico – archeologico delle Stele Daunie.

Con lui, C. Serricchio promuove la cessione del castello svevo-angioino della città di Manfredonia allo Stato, per la creazione dell’importante Museo Nazionale e del Parco archeologico di Siponto, oggi polo attrattivo per un turismo culturale  europeo,  su cui continuano studi e  scavi, a cura della Sovrintendenza  pugliese.

-Nel 1973 esce la raccolta poetica L’estate degli ulivi presso le edizioni Lacaita di Manduria.

Per le sue competenze  e la centralità nella vita culturale del territorio, Serricchio viene eletto, per ben tre volte, Presidente del Distretto Scolastico, dal 1978 al 1987.

In tale ruolo, porta a compimento importanti progetti volti all’attuazione del Diritto allo Studio; alla introduzione della medicina scolastica; all’aggiornamento dei docenti; alla programmazione di un piano di edilizia scolastica per il territorio; al  servizio di orientamento scolastico; alla ricerca storico-archeologica e ambientale sui beni diffusi nel territorio (comprese le isole Tremiti) finalizzata alla valorizzazione del Gargano.

Un territorio che, dalla montagna al mare, dal mito alla storia antica e moderna,  è parte integrante del suo dna e della sua anima poetica[5], che si esprime nella bellezza di versi che sanno insieme di umanità e universalità.

Come dimostra la raccolta del 1978, Stele daunie e altre poesie, pubblicata nella collana dei “Testi”di Lacaita, diretta dal poeta Leonardo Mancino: è il canto della  dimora garganica e della sua natura selvaggia, aspra e misteriosa. Il ritorno alle origini in una continua oscillazione tra mito e storia, in cui  il glorioso  mondo primitivo dei Dauni si intreccia, e spesso si confonde, con il presente  degli umili braccianti, pastori e pescatori sipontini. Nuovi “eroi” di una storia che deve fare i conti con una nuova egemonia industriale, che vuole sostituirsi al passato-presente daunio e contadino (Ettore Catalano).

Nello stesso anno lo studioso Luigi Paglia lo inserisce nella sua Inchiesta sulla poesia, pubblicata da Bastogi, Foggia, 1978.

– Nel 1979 è insignito di medaglia d’oro con diploma di prima classe  dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini, quale benemerito della scuola, della cultura e dell’arte.

Nel frattempo pubblica versi, articoli, racconti per cui è inserito nella pubblicazione Oltre Eboli, a cura di A. Motta e C. Augieri, edita da Lacaita, Manduria.

-Nel 1982, per la casa editrice Bastogi di Foggia, il Nostro pubblica una raccolta di versi dedicata al cuore antico della sua città, Manfredonia, che si intitola: Arco Boccolicchio, dove il poeta, senza alcuna nostalgia del passato, “evidenzia il motivo fondamentale del dissolversi delle cose e delle tradizioni”, pur nell’atteggiamento di apertura e disponibilità  nei confronti del presente (Ettore Catalano).

Di essa, il grande critico Mario Sansone,  parlerà come di “una raccolta di versi aperta alla vita”, in cui uno spirito poetico “sensibilissimo” e contemplativo riesce pure a cogliere il “fragore del tempo moderno”.

L’anno successivo il poeta è inserito nel volume  Febbre furore e miele di G. Zagarrio, edito da Mursia, Mi.

-Nel 1984 esce  il racconto Le radici dell’arcobaleno,  con cui Serricchio vince il Premio Bitritto.

-Nel 1988, l’editore Lacaita pubblica la raccolta Topografia dei giorni, divisa in sei sezioni, con prefazione di Maria Teresa Spaziani.

Il 30 settembre 1990, si chiude la sua carriera di Preside, ma continua il suo intenso e proficuo viaggio nella scrittura e nella poesia pubblicando,  nello stesso anno, il romanzo Il castello sul Gargano[6].

Continuerà a collaborare a numerose Riviste e giornali; a pubblicare sillogi poetiche, di cui una dialettale; opere di narrativa (alcuni racconti sono  trasmessi dalla RAI), saggi storici e letterari, opere teatrali.

– Nel 1991 esce la raccolta Questi ragazzi, Edizioni del Leone di Venezia. con prefazione di Donato Valli. Qui  la geografia più concreta dello spazio domestico e la sua microstoria si intreccia,  in più punti, con la macrostoria del cosmo, creando  una dimensione favolistica che  offre al lettore  pagine di vera lirica, in cui,dell’autore, si manifesta un “innamorato sguardo di riconquistata infanzia”(DonatoValli).

– Nel 1993 vengono pubblicate ben due raccolte poetiche: Poesie per Editori Associati di Roma e Orifiamma per Amadeus, Venezia, con interventi critici di  Walter Mauro e  Ferruccio Ulivi (dai due definite, rispettivamente come “percezione del tempo in fuga irraggiungibile” e un “presagio dell’assenza”).

– Nel 1994 vengono dati alla stampa due racconti: La montagna bianca e Il trapianto, con cui vince la XXIX edizione del Premio Teramo.

– Nel 1996 il poeta si cimenta nella scrittura sperimentale dell’haiku giapponese, pubblicando la silloge Soffi di petali – Haiku, per le romane Edizioni Scettro del re. Ben centosessantanove composizioni che rappresentano, in un gioco rigido di metrica coercitiva, «un poema dell’attimo, un poema del brivido, un poema che costruisce con i frammenti dell’anima del poeta, colti nei giorni, nei mesi, nell’anno, schegge ora luminose e serene, ora aguzze e taglienti, ora evocative e musical, ora dolorosamente  protese in avanti a spiare l’abisso. ).

– Nel 1997 esce la raccolta, scritta nel dialetto nativo di Monte S. Angelo, Lu curle, presso Campanotto Editore. Introduzione di Antonio Piromalli.

Nello stesso anno viene pubblicata la raccolta Polena. Viaggio nella filigrana arcuata della vita, Edizioni Tracce di Pescara, 1997, con un  saggio introduttivo di Plinio Perilli.  Una sorta di Odissea moderna, un sofferto percorso nelle contraddizioni della contemporaneità e la crudeltà della guerra.

Sempre nel 1997 viene pubblicato Riverberi di fine millennio, supplemento al periodico  “Portofranco”, di Angelo Lippo.

– Nel 1998, dedicata alla moglie scomparsa, esce la preziosa raccolta dal titolo Il tempo di dirti, edita da Fermenti, Roma.

– Nel 2001, Serricchio pubblica la raccolta poetica Le orme, con la casa editrice Nuova Agape di Forlì.

Nel frattempo, molte poesie del Nostro sono inserite nella prestigiosa antologia Il pensiero dominante, di Franco Loi e Davide Rondoni, Garzanti Editore, Mi.

– Nel 2002 esce il romanzo L’Islam e la Croce con  Marsilio editore-Venezia, in cui l’autore, prendendo spunto dallo storico sacco dei Turchi (16 – 18 agosto del 1620) e dalle tensioni culturali- religiose che  attraversano oggi, con pericolosi fondamentalismi, l’Europa cristiana e l’Oriente islamico, pur consapevole della complessità delle cose, consegna a noi contemporanei l’idea di  un mondo pacificato in nome della unicità sostanziale delle due religioni e della loro comune radice ebraica. Un tema quanto mai attuale che interroga il mondo globalizzato e la politica tutta.

« Le religioni sono come l’acqua degli oceani senza frontiere, perche Dio unisce in un solo volere le menti dei fedeli. Vedi queste sette galee? Ciascuna è diversa dalle altre. Equipaggi, vele, comandi sono diversi, ma tutte prese da una sola aspirazione, vanno verso un’unica meta. Così la varietà delle genti e delle chiese, le popolazioni ricche e quelle più povere e abbandonate del mondo, oriente e occidente, con le loro contraddizioni, hanno il sogno di unità e di pace, che solo l’opera redentrice dell’unico Dio può assicurare all’umanità sotto tutti i cieli» [7] 

Ma forse “ L’odio, la vendetta la guerra eterna tra due fedi hanno bisogno di tempo perché gli uomini prendano consapevolezza della loro assurdità”. Per questo romanzo storico Serricchio  merita il premio Palazzo al Bosco, Sezione inedito 2000.

Nello stesso anno pubblica l’antologia Villa Delia, nuovo canzoniere d’amore dedicato all’amata moglie, sua fedele compagna di vita, con la quale continua a intrecciare un fitto e confortante dialogo,  mediante cui rinnovare  memorie di un viaggio che continua.

              S’attarda la tarma a scalfire la fibra

              dell’invecchiato tronco e il cuore               

              si consuma nel silenzio disabitato.

 

              Aiutami, se puoi, a risalire                                               

              l’estremo albore sulla cima.

 

              Il suo profilo è azzurronuvola

              nel fioco bagliore del tramonto

              e si allarga all’amore e alla vita.

 

              Una croce in alto all’ombra

              del sole ove invisibile ti specchi[8]

– Nel 2003 Mario Luzi gli consegna il Premio Internazionale Circe Sabauda “Una vita per la poesia”, con la seguente motivazione:

“La poesia di Cristanziano Serricchio, protrattasi in una ormai lunga serie di raccolte, è l’esempio più vivo e sincero di quel fertile Sud poetico, dove a dominare è una doppia ispirazione legata, per un verso,  alla dura vicenda di un mondo contadino realissimo e quasi arcaico e, per altro, alla  dolcezza di sentimenti espressi con parole vive e generose che riscattano il dolore della sofferenza. Il tutto, sempre,congiunto a un’umana sensibilità e a una trasparente e ricca vocazione alla poesia che fanno delle sue pagine un esempio illuminato e originale di umanissima parola”.

– Nel 2004 lo scrittore – regista – scenografo Raffaele Nigro propone la sua candidatura a senatore a vita per meriti culturali.

– Nel 2005 viene pubblicato il volume Pizzengùnghele, da L’ippocampo edizioni, Mi. Una serie di racconti, in cui la riflessione sugli accadimenti umani e le domande sull’esistenza si accompagnano all’amara consapevolezza di una indifferenza diffusa tra gli uomini, nel mondo.

-Tra il 2006 e il 2007 escono due sillogi poetiche: Terra di Macchia (2006), edita a Roma ( edizioni All’insegna dell’Occhiale),Una terra una vita (2007),entrambe con autorevoli prefazioni, a cura di Emerico Giachery e Sergio D’Amaro.

La sua inesauribile vena creativa, la profonda devozione nei confronti della poesia  e l’amore per la propria terra garganica si esprimono sempre con una straordinaria capacita di linguaggio poetico, nelle tre sillogi pubblicate tra il 2008 e il 2009: Echi di Haiku (con  prefazione  di Daniele Giancane); Mito del ritorno (prefazione di E.Giachery), La prigione del sole, edita da Marietti a Genova, nel 2009, con l’acuta prefazione di Franco Loi.

Per la sua intensa e vasta produzione letteraria, comprendente innumerevoli saggi storici, Egli viene riconosciuto da importanti critici letterari come chiaro punto di riferimento della cultura  nazionale del secondo Novecento e uno dei più importanti poeti italiani “neodialettali”.

– Del 2010 è il  romanzo, Seppina degli Sciali, Progedit, editore, Bari. Un vero inno alla speranza per una donna del sud.

– Tra il 2010 e il 2011 la sua poesia acquista risonanza internazionale  con la pubblicazione di alcuni volumi, che contengono parte dei suoi testi poetici  tradotti in lingua spagnola, inglese, serbo-croata, francese e albanese.

Lo stesso Serricchio dà prova di magistero linguistico, traducendo nel suo dialetto natìo Sette sonetti di Shakespeare, con prefazione di Anna de Simone, edito da Sentieri Meridiani, Foggia 2010, che diventano una ulteriore sezione del suo canzoniere amoroso per Delia.

– Nello stesso biennio la produzione  del Nostro si arricchisce di altre due sillogi con cui Serricchio  consacra il ruolo della parola poetica come unica “arma” capace di  accogliere  il grido di protesta  e di dolore che sale da ogni angolo di questo mondo così travagliato e frastornato:  L’orologio di Dalì, con prefazione di Davide Rondoni, edita da Passigli, Bagni a Ripoli, 2010; Il vento di Praga, Manni, San Cesario di Lecce, 2001. Estremo tentativo di abbracciare l’umanità intera, da parte del saggio poeta, consapevole di essere giunto al tempo in cui “l’età mi vacilla”, nella speranza di progresso e pace, da lui  affidata interamente alla poesia..

Negli ultimi anni della sua vita si dedica a opere teatrali , scrivendo alcuni drammi:  Istanti di un nuovo giorno, L’uomo e l’ombra, Naufragio a Calarime, Re Manfredi, I figli di Re Manfredi,L’abito di Monsignore, La regina Giovanna ( dramma incompiuto in tre atti) e Un deputato d’altri tempi Gian Tommaso Giordani (in tre tempi) ambientati, questi ultimi, a M.S.Angelo.

-Nel corso degli anni Serricchio scrive numerose lettere coltivando rapporti di autentica amicizia con personalità note della letteratura e della cultura più ampia del secondo Novecento. Tra le tante: Silvio Ferri, Mario Luzi , Giorgio Caproni, Maria Luisa Spaziani, Girolamo Comi, Mario Sansone, Joseph Tusiani…

-Il suo lungo percorso letterario termina a novant’anni con il poemetto L’impensato viaggio, di cui l’autore, lucido fino alla fine e avvolto dalla luce della poesia, informa il giornalista Salvatore Francesco Lattarulo, con le testuali parole: “Sono le prime sette strofe di un poemetto da portare a termine. È un poemetto  in cui immagino  il viaggio che mi resta da compiere” (Cristanziano Serricchio).[9]

In una  mail del 15 febbraio 2012, inviata da Cristanziano Serricchio alla prof.ssa Nunziata Quitadamo (sua collaboratrice sin dal 1965), aggiunge due ultime strofe, che si chiudono con un intenso impeto lirico – metafisico e la parola amore.

Cristanziano Serricchio si spegne all’età di 90 anni, il 1 settembre 2012 a Manfredonia, nella casa di via Campanile n.13, dove è vissuto con la moglie Delia e i loro tre figli: Angela, Giovanna e Michele.

Sulla sua tomba è scritto: “Poeta sempre”.

In un dialogo con Antonio Motta, rivelando la sua profonda cristianità,  alla domanda: «Cosa resta della vita?» Risponde: «Se non si ha fede nulla. Per i poeti è consolatoria la speranza che i libri da loro scritti vengano conservati in qualche biblioteca e che qualcuno un giorno, quando che sia, possa avere  la curiosità di leggerli e interrogarli.» [10].

E, quasi evocando le parole del filosofo Martin Heidegger, a proposito della modernità e dello sviluppo tecnico, aggiunge con accento critico: «… Solo Dio può dare all’uomo la certezza della sua sopravvivenza, perché  come la poesia oggi può salvare l’uomo, così colui che è Dio, logos  sublime dell’Universo, salvando l’uomo per i suoi  affanni potrà ridare anche alla sua parola il fiato dell’immortalità»[11].

Domenico Cofano scrive che Serricchio può a buon diritto essere considerato «un protagonista della letteratura contemporanea», in cui leggere il “lungo e faticoso processo di rinnovamento tematico ed espressivo che ha consentito anche alla Puglia di superare  gli antichi ritardi della periferia e di calarsi a pieno titolo nel magma ribollente della modernità”[12].

Premi e Riconoscimenti

  • Premio Martina Franca,1973
  • Premio Gabicce – De Benedetti,1974
  • Premio Verso il 2000,1974
  • Premio L’autore,1975
  • Premio Frascati, 1978
  • Premio Gobetti 1978
  • Premio Ignazio Ciaia 1978
  • Premio Alba Docilia 1979
  • Premio David 1979
  • Premio Bossini  1979
  • Medaglia d’oro dal Presidente della Repubblica, il giorno 2 giugno 1979, quale benemerito della cultura, dell’arte e della scuola.
  • Premio Nazionale di Poesia inedita Città di Bari-Marina di Palese 1981
  • Premio Nazionale di Poesia Traiano 1982
  • Premio Città di Bitritto 1984
  • Premio Renoir 1985
  • Premio Nazionale di Poesia,Giornalismo e Fotografia, Il Gargano, 1987.
  • Finalista  al Premio “Città di Penne”
  • Premio Nazionale Poesia Haiku 1992
  • Premio Letterario Nazionale Giuseppe Malattia della Vallata 2000.
  • Premio Palazzo al bosco 2002
  • Premio Internazionale Circe Sabauda, Una vita per la poesia 2003, consegnatogli da Mario Luzi.
  • Premio Umberto Fraccacreta 2010.
  • Il 7 febbraio 2012, il Comune di Manfredonia gli conferisce il primo Laurentino d’oro, dedicato a cittadini  impegnati nel campo delle scienze, della ricerca, delle lettere e delle arti. Nello stesso anno, la Società Dante Alighieri, il Consiglio Regionale Pugliese(con voto unanime) e il Consiglio comunale di Manfredonia sostengono la sua candidatura a Premio Nobel per la Letteratura 2012, con la seguente motivazione:
    «Sottolineando, il “generalizzato consenso espresso dal mondo  della cultura  nazionale intorno alla candidatura del poeta e dello scrittore pugliese Cristanziano Serricchio al Premio Nobel  2012 per la letteratura”, apprezziamo “l’alto contributo offerto da Serricchio alla cultura  pugliese e meridionale in una vita dedicata alle lettere e alla poesia” e ci impegniamo” perché a questo grande pugliese sia riconosciuto tale ambìto riconoscimento”».

Subito dopo  la sua morte, il Comune di Manfredonia gli dedica l’Auditorium di Palazzo dei Celestini.

La stima e l’affetto nei confronti del poliedrico intellettuale si è, inoltre, concretizzata nella costituzione di un Centro Studi “Cristanziano Serricchio”, con sede a Manfredonia presso la Biblioteca comunale dove è  custodita l’intera sua opera.

Ad oggi, sono stati pubblicati gli Atti di tre  Convegni di Studi  a lui dedicati, svolti a Manfredonia, a Monte S.Angelo e a S.Marco in Lamis ; organizzate due edizioni di un Concorso di poesia haiku, intitolato Soffi di petali  che ha visto la partecipazione degli studenti di vari Licei della provincia di Foggia.

IL FURORE DEL GIORNO

Qui sono stato nascendo

e il furore del giorno

empiva di canti la stanza

A specchio sulla via

Viaggiando nei segni alati

La luce come un poeta

Nelle sue parole.

Me ne andai di là dove

L’odore del muschio nella valle

Vestiva di promesse al pari

Di corona il luogo eccelso

E i cavalli dei sogni nitrivano

Rapidi e austeri nei passi

Al fremito di conquista.

Un alito di vento e la discesa

Un giorno all’insidioso varco

E le intemerate rotte, mari

Di speranza e di fortuna.

Poi.[13]

A cura di Raffaela La Torre
Presidente del “centro Studi CristanianoSerricchio”

[1] Il verbo “scarabocchiare”, usato dallo stesso autore nei suoi ricordi d’infanzia, è nel testo La dolce stagione di Pasquale Soccio.

[2] C, Serricchio, Il castello sul Gargano, Serarcangeli  Editore, 1990. Nel romanzo, l’autore, attraverso  il personaggio principale, Andrea, dice il suo amore per l’insegnamento e per i giovani .

[3]L’Albero è  la più antica rivista salentina, nata nel 1949 , che ha cessato le sue pubblicazioni nel 1968, con la morte del poeta Comi, suo fondatore.

[4] Agli alunni del Roncalli , il poeta dedica  due componimenti  in Tutte le poesie ,vol .I .a cura di Michele Vigilante e prefazione  Di Ettore Catalano  -Sentieri meridiani edizioni 2015- pag.169 e pag.666.

[5] A dirlo è lo stesso C.Serricchio  in una intervista inedita  del 2003, in  Intorno a L’islam  e la Croce di C.Serricchio, a cura di Antonio Motta, Quaderni del  Sud, S.Marco in Lamis  MMIII.

[6] C.Serricchio, Il Castello sul Gargano, opera cit.

[7] C.Serricchio,L’Islam e la Croce, Marsilio Editori 2002, in Venezia. Pag. 292.

[8] C.Serricchio Tutte le poesie, a cura di Michele Vigilante, prefazione di Ettore Catalano, Sentieri Meridiani 2015. Vol.II, pag.1128.

[9] Rivista di poesia- AnnoII-n.1/ Speciale – Luglio 2012. MARSIA, La voce del gabbiano omaggio a Cristanziano  Serricchio, a cura di Salvatore Lattarulo Progedit. Nota pag.68.

[10] A. Motta, Intorno all’Islam e la Croce,Quaderni del Sud, S. Marci in Lamis – MMIII. Pag.93

[11] ibidem.

[12]  Prefazione a L’opera letteraria di Cristanziano Serricchio, di D. Cofano, Sentieri Meridiani, Foggia,2010.

[13]  C.Serricchio,  Il vento di Praga, in Tutte le poesie,op. cit .Pag 1532.

Centro Studi Cristanziano Serricchio © 202. All Rights Reserved.
Info e Contatti: 339 61 69 992 – centrostudicriserricchio@gmail.com (Raffaela La Torre)
Privacy & Cookie Policy